Trattamento fiscale dei conti deposito
I conti di deposito sono una forma di investimento che prevede una remunerazione del capitale vincolato.
Per quanto riguarda i conti deposito sottoscritti con banche con sede in Italia o filiali italiane di banche estere, questi sono soggetti sia alle ritenute sulle rendite finanziarie, che al pagamento dell'imposta di bollo.
Per poter scegliere il miglior conto deposito tra le varie offerte delle banche, bisogna quindi tenere sempre presenti questi fattori.
In questa guida ci occuperemo solamente della situazione riguardante le persone fisiche e non la situazione di imprese e società.
Imposta di bollo
Le persone fisiche che posseggono un conto di deposito devono pagare un'imposta di bollo di importo proporzionale al capitale depositato.
Ad oggi, nel 2024, l'imposta di bollo è pari al 2 per mille della somma depositata sul conto di deposito.
Quindi ad esempio un conto deposito di 10.000 euro pagherà un'imposta di bollo pari a 10.000 x 0,2% = 20 euro.
In passato gli importi del bollo erano differenti.
- Fino al 31 dicembre 2011 l'imposta di bollo era fissa e pari a 1,81 euro all'anno sui conti di deposito.
- Successivamente, a partire dal 1° gennaio 2012 è stata introdotta l'imposta di bollo proporzionale, inizialmente pari allo 0,1% del capitale, con un minimo di 34,20 euro e un massimo di 1.200 euro.
- In seguito, a far data dal 1° gennaio 2013, l'imposta di bollo è aumentata allo 0,15% del capitale, con minimo di 34,20 euro e senza più tetto massimo.
- Infine, dal 1° gennaio 2014 in poi, l'imposta di bollo è stata ulteriormente incrementata, e portata allo 0,2% (due per mille) del capitale investito, senza importi minimi e massimi per le persone. Per i soggetti non giuridici, invece, c'è un tetto massimo di 14.000 euro.
Bisogna tenere presente che spesso le banche, come forma di promozione, si fanno carico del versamento dell'imposta di bollo. Quindi in alcuni casi è possibile trovare nell'offerta di un conto deposito la dicitura "zero spese di bollo" o "zero imposta di bollo", ma questo non significa che su quel conto non sia dovuta l'imposta, ma semplicemente che se ne fa carico la banca.
Tassazione rendite finanziarie
Come abbiamo detto, il conto deposito è soggetto alla tassazione delle rendite finanziare, nota anche come tassazione del capital gain.
Capital gain è un termine inglese utilizzato per indicare i redditi di capitale, cioè nel nostro caso gli interessi e altri proventi derivanti dall'investimento in un conto di deposito.
La normativa fiscale italiana ritiene che i guadagni di capitale realizzati dalle persone fisiche siano considerati redditi tassabili.
In sostanza vengono tassati gli interessi guadagnati con l'investimento.
Ad oggi, nel 2024, l'aliquota è fissa e pari al 26%.
Visto che la ritenuta del 26% viene applicata a titolo d'imposta per le persone fisiche (cioè i redditi sono tassati alla fonte), non deve essere indicata nella dichiarazione dei redditi delle persone fisiche (modello 730 o Unico).
Facciamo un esempio. Se sottoscrivo un conto deposito di durata un anno con capitale 10.000 euro e tasso di interesse lordo annuo pari al 1%, su questo va applicata una tassazione del 26%.
Quindi per calcolare il tasso di interesse netto bisogna utilizzare la seguente formula:
Tasso di interesse netto = tasso di interesse lordo x 0,74
Quindi se il tasso di interesse lordo è 1%, il tasso di interesse netto è pari a 0,74%.
Il guadagno netto (cioè al netto della tassazione degli interessi) ottenuto con l'investimento sarà quindi di 10.000 euro x 0,74% = 74 euro.
Alla scadenza la banca mi rimborserà il capitale iniziale (10.000 euro) più gli interessi netti (74 euro).
Avendo già applicato la ritenuta del 26% sugli interessi, non è necessario indicare nulla in dichiarazione dei redditi.
Nel tempo l'aliquota sostituiva sul capital gain è stata cambiata varie volte:
- Dal 20 giugno 1996 al 31 dicembre 2011 l'aliquota sostitutiva sugli interessi guadagnati era del 27%.
- Dal 1° gennaio 2012 al 30 giugno 2014 l'aliquota sulle rendite finanziarie era stata ridotta al 20% (come disposto dall'articolo 2 comma 6 del DL n. 138 del 13/08/2011).
- Dal 1° luglio 2014 in poi l'aliquota è pari al 26% (come stabilito dall'articolo 3 del Decreto Legge n.66 del 24/04/2014).
Dichiarazione dei redditi
Come abbiamo spiegato, la banca attua la ritenuta alla fonte per quanto riguarda gli interessi derivanti dai conti di deposito delle persone fisiche.
Per questo motivo, visto che gli interessi vengono corrisposti al netto delle tasse (aliquota d'imposta 26%), questi proventi non devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, cioè sul modello 730 (utilizzato per la dichiarazione dei redditi di lavoratori dipendenti e pensionati) o sul modello Unico (modello unificato usato per presentare più dichiarazioni fiscali).